Che effetto ha un viaggio di incentivazione su chi vi partecipa? Influisce su come il partecipante percepisce l’azienda che lo ha organizzato? Qual è il sentiment prevalente che genera in chi vi prende parte? In una parola: il viaggio incentive è uno strumento efficace?
Queste le domande cui prova a rispondere il più recente studio della SITE Foundation, il braccio di ricerca della Society for Incentive Travel Excellence che riunisce i professionisti della motivazione.
I dati rilevati dalla ricerca, spiega Event Report, indicano che il viaggio incentive è, in effetti, uno strumento efficace e che influenza in modo tangibile il sentiment dei partecipanti verso l’azienda. La maggior parte degli intervistati ha affermato infatti che partecipare a un incentive li ha fatti sentire apprezzati dall’azienda (87,5 per cento), accrescendone il senso di fedeltà (80 per cento) e di appartenenza (78 per cento) nonché la fiducia (75 per cento) verso l’organizzazione.
In particolare sono due gli aspetti di un viaggio di incentivazione maggiormente apprezzati: il primo (71 per cento) è l’opportunità di fare un’esperienza unica che il partecipante, da solo, non avrebbe potuto fare; il secondo (66 per cento) è l’opportunità di avere interazioni personali con superiori e top manager, ritenuta più rilevante rispetto alle dinamiche di cameratismo fra colleghi.
Appaiono invece poco desiderate le attività di responsabilità sociale: il 45 per cento degli intervistati ha espresso solo un tiepido interesse per la loro eventuale inclusione nei programmi di viaggio.
La scelta di nuove destinazioni sembra influire poco sulla motivazione complessiva dei partecipanti: fra chi si è già qualificato per un viaggio e vi ha già partecipato, il 67 per cento afferma di essere più motivato di prima a raggiungere gli obiettivi per potervi partecipare di nuovo, anche nella stessa destinazione.
