Ultimo aggiornamento alle 10:29
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Antitrust
e viaggi online:
servono
nuove regole

di Claudiana Di Cesare

Il Codice del Turismo non basta. Per regolare il mondo dei viaggi online, da tempo nel mirino dell'autorità garante della concorrenza, la normativa vigente non è sufficiente.

È questo il parere dello studio legale Simmons & Simmons, che ha analizzato il settore, da tempo sotto osservazione. "L'Agcm ha avviato nei mesi scorsi due istruttorie che puntano un faro sull'attendibilità o meno dei sistemi di classificazione dei servizi turistici online e sui danni che possono provocare a imprese e consumatori" spiega Ernesto Pignataro, associato dello studio legale. Il riferimento è agli attacchi sferrati dall'Antitrust nei confronti di Booking ed Expedia, colpevoli di precludere la concorrenza sul prezzo con le clausole 'most favored nation', e nei confronti di Tripadvisor, perché prevenga o limiti il rischio di false recensioni e per far luce sui 'certificati di eccellenza'.

"Lo sviluppo sempre più consistente del canale di vendita online - continua Pignataro - ha contribuito a generare un sostanziale ingessamento del mercato, in danno soprattutto degli operatori di dimensioni minori che, pur di ottenere visibilità, accettano forti riduzioni alla libertà di promozione delle loro strutture".

Secondo il legale, per ritrovare il giusto equilibrio è necessario imporre nuove regole. "Il valore aggiunto potrebbe essere rappresentato dall'adozione di codici di condotta volti ad assicurare ai consumatori un elevato livello di trasparenza e completezza delle informazioni - continua il legale - e dalla semplificazione delle procedure di rimborso in casi di inadempimento, in modo da depotenziare il rischio di successive controversie".

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