Ultimo aggiornamento alle 10:08
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Caravita:
"La mancanza
di charter
penalizza le adv"

di Amina D'Addario

L'arretramento del segmento charter e il parallelo avanzamento delle low cost mettono a dura prova il rapporto tra distributori e fornitori.

Questa la lettura che fornisce il vicepresidente di Marsupio, Massimo Caravita (nella foto), parlando delle ultime tendenze dell'industria dei viaggi. "La charteristica è ormai ridotta all'osso. Gli investimenti degli operatori su molte destinazioni si sono azzerate e alcune isole del Mediterraneo, come ad esempio le Canarie, non sono più raggiungibili con rotazioni charter da alcuni aeroporti italiani".

E se il contenimento dei costi è stata fino a oggi la molla che ha fatto avvicinare i tour operator alla charteristica, oggi è piuttosto la prudenza a farla da padrone. "Il problema - evidenzia il vicepresidente - è che gli operatori tendono oggi a concentrare gli impegni e a evitare i rischi. Eppure la richiesta sul lungo raggio c'è e se gli impegni su Messico e Caraibi fossero stati maggiori, probabilmente anche le prenotazioni sarebbero superiori a quelle attuali".

Un'abitudine, questa, che ha come corollario un'altra tendenza giudicata da Caravita ancora più dannosa. "Alcuni operatori hanno cominciato a lavorare con le compagnie low cost, ma per i fornitori è un atteggiamento pericoloso perché l'agenzia può anche sentirsi autorizzata a fare da sè".

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