Ultimo aggiornamento alle 11:36
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Codice del turismo e Wind Jet: rischio scampato per le agenzie

Il nuovo Codice del Turismo ha rischiato di rendere ancora più complesse le operazioni per le agenzie di viaggi in seguito al fallimento di Wind Jet. Il pericolo che pendeva sulla testa dei dettaglianti era quello di dover riproteggere non solo i clienti per i quali avevano assemblato un pacchetto, ma tutti i viaggiatori che avevano acquistato anche il solo volo con la compagnia aerea siciliana.

Rischio scampato, comunque. Grazie alla mancata applicazione del Codice, gli agenti hanno dovuto riproteggere unicamente i pax con un volo inserito all'interno di un pacchetto di viaggio.

A salvare i dettaglianti italiani è stato il mancato recepimento di una norma prevista dal Codice del Turismo: l'abrogazione del Ccv, il contratto di viaggio stabilito dalla legge 1084 del 1977.

"Il Codice del Turismo, infatti, prevedeva l'abolizione del Ccv – spiega Massimo Caravita, vicepresidente vicario Fiavet e titolare della delega ai trasporti -: ma questa parte del testo non è mai stata attuata. Fiavet, lo scorso 7 agosto, ha anche scritto al Dipartimento del turismo per avere chiarimenti in materia. Al momento, non abbiamo ricevuto risposta".

L'abolizione del Ccv, infatti, avrebbe cancellato la distinzione tra pacchetto e solo volo, "costringendo le agenzie a sobbarcarsi i costi della riprotezione anche per i pax che avevano acquistato il semplice biglietto aereo", precisa Caravita. Il quale aggiunge: "Anche in caso di vendita di un servizio singolo, comunque, vige l'obbligo di assistenza". Ma, almeno per il momento, le agenzie hanno scampato i costi di riprotezione.

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