Ultimo aggiornamento alle 11:11
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Fto: “Un anno di ripresa,
ma ancora tante le sfide”

“Finalmente posso dirlo con un sorriso, perché abbiamo avuto tre anni disastrosi: nel 2023 abbiamo lavorato bene, molto bene, siamo andati anche oltre i dati del 2019. C’è un po’ di preoccupazione per le complessità del momento geopolitico che stiamo attraversando, per la situazione che si è creata in Medio Oriente e per l’escalation in Ucraina, ma dopo un momento iniziale un po’ difficile ci stiamo riprendendo abbastanza bene”.

Franco Gattinoni (nella foto), presidente di Fto, è ottimista. In un’intervista rilasciata a Italpress Economy, il manager sottolinea come “dopo il Covid abbiamo avuto un grande ritorno all’agenzia di viaggi. Oggi c’è bisogno di assistenza, che non è offerta più da nessuno. Noi ci muoviamo sulle piattaforme con l’utilizzo del digitale e della tecnologia per raggiungere il cliente, ma nel contempo manteniamo sempre una presenza e un supporto, per i viaggi di vacanze ma anche soprattutto per i viaggi di lavoro”.

Obiettivi futuri
Sugli obiettivi futuri, Gattinoni precisa: “Ci attendiamo continuità con il 2023, perché la gente ha molta voglia di viaggiare. Ma abbiamo un problema: mancano ancora molte rotte aeree, soprattutto sull’area milanese, abbiamo bisogno di ripristinare tanti voli che ancora non ci sono e che c’erano prima del Covid”. Un intervento in questa direzione permetterebbe inoltre di rendere i costi più accessibili per tutti viaggiatori.

Grandi incertezze poi sul fronte delle low cost. “In Italia abbiamo una situazione caotica; si sono aperte tante opportunità per le low cost, che coprono più del 62% del volato. Di per sé questo non sarebbe un grave problema, ma queste compagnie sono troppo speculative, mettono un volo quando serve e lo tolgono appena è pieno. Noi abbiamo bisogno di programmazione, di continuità”.

Il problema ancor più grave sta nel fatto che le low cost dichiarano di non voler lavorare con le agenzie di viaggi e i tour operator: “Visto che godono di grandi contributi governativi, perché sappiamo che più o meno vengono dati quasi 500 milioni l’anno a queste compagnie per operare, in cambio noi vorremmo programmazione, non pensando soltanto a portare le teste avanti e indietro, come dicono loro, e di poter avere un prezzo anche medio, ma corretto. Quando una persona ha bisogno di viaggiare e deve spendere 700 euro dalla Sicilia o dalla Sardegna per venire a Milano o viceversa, non va bene. Stiamo parlando di società italiane che pagano le tasse in Italia, che consumano in Italia”.

Le sfide del turismo organizzato
Sul futuro del turismo organizzato, il manager lancia un appello: “Quello che chiediamo al governo è di poter riportare nel nostro settore tanti giovani che si sono allontanati nel periodo del Covid, durante il quale abbiamo perso il 15% dei nostri collaboratori. Oggi siamo ritornati, e abbiamo bisogno di persone. Stiamo cercando di lavorare sui giovani, ma anche per mantenere le persone che abbiamo in campo”. Gattinoni chiede interventi per la defiscalizzazione, incentivi sulla digitalizzazione, semplificazione delle procedure di accesso ai bandi e agli strumenti messi a disposizione del settore.

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