Ultimo aggiornamento alle 08:32
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Viaggi in Italia,
2024 sfidante
Ambrosetti:
il futuro è nell’IA

Il 2020 per l’economia è stato il quarto anno peggiore da oltre 150 anni. Ma nel 2021 l’Italia è cresciuta del 6,6% riportando un tasso di incremento superiore alla media Ue del 5,3%. I dati elaborati da The European House – Ambrosetti presentati al Biz Travel Forum indicano proprio nell’Italia una capacità di ripresa particolarmente rapida, che nel 2022 ha generato un tasso di crescita del Pil del 3,7%, superiore alla media europea e a Paesi come Francia o Germania.

Sul fronte turistico, rileva Ambrosetti, nel 2022 si sono avuti oltre 109 milioni di turisti e il flusso nei primi sette mesi del 2023 è cresciuto del 15,2% sul 2022.  
A trainare i numeri le presenze estere: +47% negli ultimi anni nel periodo estivo e +44% guardando tutto l’anno. E il saldo della bilancia commerciale del turismo ha superato nel 2022 i valori del 2019: la spesa degli italiani all’estero nel 2022 è stata pari a 26 miliardi di euro (27,1 miliardi nel 2019), mentre quella degli stranieri in Italia è stata pari a 44,3 miliardi (come nel 2019). Il saldo 2022 è di 18,3 miliardi contro i 17,2 miliardi del 2019.

Sommando la spesa degli italiani nel nostro Paese la spesa turistica totale nel 2022 è pari a 126,4 miliardi contro i 70,5 miliardi del 2021. E nei mesi estivi del 2023 la spesa degli stranieri è aumentata del 10% rispetto al 2022.

Fin qui tutto bene. Ma lo studio Ambrosetti sottolinea come per il 2023 si stima una parziale frenata della crescita economica, che si confermerà nel 2024. A frenare gli entusiasmi il tasso di inflazione, che pur diminuendo rimarrà elevato anche nel 2024. “L’impatto dell’inflazione va a penalizzare soprattutto  il reddito disponibile delle famiglie meno abbienti, aumentando di fatto le disuguaglianze – spiega Corrado Panzeri (nella foto a destra, con Luca Patanè a sinistra), partner di The European House – Ambrosetti -. Anche il prezzo dell’energia, seppure diminuito rispetto ai picchi di fine 2022, è ancora al di sopra del 30% circa rispetto a inizio 2021”.

Se a questo si aggiunge che in Italia, al contrario di altri Paesi europei come Germania, Francia e Spagna, il salario medio a parità di potere d’acquisto è calato, il quadro che si delinea per il 2024 appare ancora sfidante.

“Una chiave di volta è quella della progressiva digitalizzazione da introdurre nel turismo. il percorso da compiere è ancora molto lungo, ma grazie anche agli investimenti favoriti dal Pnrr, la strada verso un più incisivo utilizzo dell’intelligenza digitale generativa è tracciata”. I.C.

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