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“Servono i corridoi”
Il mercato alza la voce

di Isabella Cattoni

Il mondo del turismo è stremato. E le proteste sulla chiusura dei confini con le destinazioni a lungo raggio si vanno moltiplicando. A muoversi in forze è stato tutto il comparto del turismo britannico, che ieri ha manifestato in occasione del ‘Travel Day of Action’. Centinaia di agenti, operatori e personale delle compagnie aeree si sono dati appuntamento a Westminster, Holyrood a Edimburgo e Stormont a Belfast  chiedendo una riapertura più rapida dei viaggi internazionali.

Lavorare 12 mesi all’anno
Anche in Italia vanno moltiplicandosi le proteste in direzione di una gestione più oculata dei viaggi all’estero e dall’estero. È il presidente di Fto, Franco Gattinoni, a ricordare  a margine dell’evento di presentazione di Fico l’importanza di riaprire le frontiere. "Sono ripartiti fortunatamente il turismo di prossimità e quello balneare – ha spiegato Gattinoni ai microfoni dell’agenzia DIRE -; tra poco avremo un sold out di Toscana, Sicilia, Sardegna e delle nostre montagne. Ma abbiamo bisogno che riparta quel turismo che dura 12 mesi all'anno. Le frontiere vanno riaperte, ci auguriamo che ci diano presto delle date. Finché non ci muoveremo  gli stranieri non si muoveranno. Probabilmente ci saranno un po' di arrivi dall'Europa ma abbiamo bisogno degli americani, dei giapponesi e del turismo internazionale vero. Speriamo che avvenga il prima possibile".
Gattinoni si era espresso anche a Napoli nello stesso senso, ricordando che il turismo è un’industria che “Deve lavorare per 12 mesi all’anno”.

Charter e corridoi
Prende una posizione sempre più netta anche Pier Ezhaya, presidente di Astoi, che a seguito di un breve confronto con il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha assicurato che “Il ministro ha compreso l’urgenza dell’apertura dei corridoi e dell’avvio dei voli charter. Adesso aspettiamo i fatti”. Perché “C’è molta voglia di ripartire e chi vuole ridurre il turismo a due fazioni, Italia ed estero, ha già perso la partita”.
Anche il presidente di Fiavet nazionale, Ivana Jelinic, non usa mezzi termini: “Ci appelliamo a Garavaglia affinché vengano istituiti corridoi fra paesi. È fondamentale ripartire nelle due direzioni”.

I competitor stranieri
Il momento è di fondamentale importanza: “Dobbiamo superare il guado con l’acqua ancora alta – sottolinea il presidente di Aidit, Domenico Pellegrino -; il ministro Garavaglia conosce benissimo tutti i nodi ancora da sciogliere. Non c’è un turismo buon e un turismo cattivo e fare business all’estero è ormai una condizione necessaria per sopravvivere anche nei prossimi mesi”.
L’attesa e la protesta non accennano a placarsi: “I corridoi sono indispensabili per ripartire subito, o sarà tardi” aggiunge Frederic Naar, titolare di un operatore tradizionalmente impegnato sui viaggi verso gli Stati Uniti e sul lungo raggio in generale.
I nostri competitor si stanno muovendo e lo spazio di manovra va riducendosi. Il ministro Garavaglia lo sa ed è chiamato a prendere una posizione .

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