Ultimo aggiornamento alle 19:29
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Fuori dagli schemi e ‘influencer’ del territorio: ecco l’agente del futuro

di Adriano Lovera

Come dovrà essere l'agente di viaggi del futuro? Ferrato sul prodotto, attivo sui social, pronto ad abbandonare i vecchi schemi. A disegnare la formula vincente dell'intermediazione ci ha provato, nel corso di un evento on line, Nicola Zanola, ceo di Apical, startup specializzata nella fornitura di servizi digitali alla filiera turistica.

“Il cambiamento era già in atto, ma senz'altro il Covid lo ha accelerato” ha spiegato Zanola. In primo luogo, la selezione del prodotto. Non è solo questione di specializzarsi, ma anche di profilare i target di clienti. “Di sicuro, non si può continuare con il tentativo di vendere tutto a tutti” ha detto il Ceo. Per selezionare i clienti è fondamentale la cura e la gestione attiva dei loro dati (Crm).

L'agente come influencer
Indispensabile, poi, investire nei social per fornire continuamente ispirazioni. E, perché no, l'agente può farsi “influencer” nel proprio territorio. Anche gli spazi vanno cambiati. “Il cliente non vuole più entrare in un'agenzia assimilata a un negozio, dove una scrivania lo separa dall'agente intento a vendere”. Meglio usare la sede per creare contenuti: incontri con destination manager, proiezioni di filmati o mostre fotografiche. E magari, arredandola con divanetti in cui discutere di un potenziale viaggio con in mano un caffè. “Su questo fronte, perché non tentare la strada del co-working con altri colleghi o addirittura con lavoratori di altri settori? Si condividono le competenze e anche le spese” ha suggerito Michela Terzi, agente di viaggio, relatrice dell'incontro. Dai commenti dei partecipanti, sono emersi in effetti alcuni progetti di co-working come Cowotur, Maestri di Viaggio, Travel Cloud.

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