Ultimo aggiornamento alle 14:22
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Fiavet, Fipe, Anbba e Confguide:
“Un fondo di emergenza subito”

Una lettera di Confturismo Confcommercio al ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo è partita oggi per chiedere la costituzione di uno o più fondi di emergenza dedicati al settore e l’apertura urgente di una tavolo tecnico.

Nella lettera, a cui hanno aderito fra gli altri Fiavet, Anbba, Confguide e Fipe, si ricorda l’importanza delle Pmi nel tessuto produttivo italiano, che non hanno le disponibilità dei grandi giganti del mondo finanziario.

“Nessuno dovrà essere lasciato indietro – si legge -, non le piccole agenzie di viaggi dell’ultima provincia italiana, non il bar del cappuccino quotidiano, non le piccole case vacanza cui si rivolgono della maggior parte delle famiglie, non le guide che hanno studiato e lottato per raggiungere la loro posizione e sono ora ferme in attesa di 600 euro”.

Le associazioni firmatarie avvertono che per la completa ripresa ci sarà bisogno “che il sistema si presenti integro, evitando che grandi gruppi della finanza mondiale, che da tempo hanno puntato gli occhi su questa nostra grande risorsa nazionale, possano compiere agevolmente campagne di acquisizione a basso costo”.

Tutte queste piccole e medie imprese, queste partite Iva, sono state le prima a soffrire, su scala nazionale, gli effetti dell’epidemia da Covid-19 e dei provvedimenti adottati per contenerla. “Di tutta evidenza quindi la necessità di un intervento urgente a supporto delle categorie più direttamente coinvolte: attività ricettive alberghiere ed extra alberghiere, pubblici esercizi come ristoranti, bar e locali di intrattenimento, attività dell’intermediazione come agenzie di viaggi e tour operator, stabilimenti balneari, porti turistici e professionisti come guide e accompagnatori turistici”.

Le misure richieste
Quanto fatto finora, dicono le associazioni, non è sufficiente. Per garantire la sopravvivenza di queste imprese è necessario un intervento straordinario, fuori dagli schemi fino ad ora adottati, “per la costituzione di uno o più fondi di emergenza, che ammortizzino il contraccolpo del fermo totale delle attività, pongano gli operatori nella condizione di riaffacciarsi sul mercato con la loro offerta nel momento della ripartenza, riducano al massimo l’impatto sui livelli occupazionali ed assicurino il rispetto degli impegni presi in questa fase con i clienti dei loro servizi” si legge nella lettera.

Le associazioni chiedono infine di aprire con urgenza un tavolo tecnico, con l’eventuale partecipazione dei rappresentanti di altri dicasteri da coinvolgere nell’iniziativa, per affrontare il tema e individuare le soluzioni più adeguate da adottare.

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