Ultimo aggiornamento alle 11:23
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Fipe sul Decreto liquidità: "Non basta, servono contributi a fondo perduto"

“Non sottovalutiamo lo sforzo fatto dal Governo, ma non basta. Servono velocità, zero burocrazia e certezza dei tempi”. È questo il giudizio che arriva da Fipe-Confcommercio sul Decreto liquidità. Una serie di misure, spiegano, che si rivelano utili per una piccola platea di imprenditori, mentre per tutti gli altri i problemi permangono.

"Bisogna fare in fretta"
“Il decreto - spiega la nota della Federazione Italiana dei Pubblici esercizi - non sembra rilasciare risorse immediate alle imprese italiane. Chi chiederà cifre superiori ai 25mila euro deve fare diversi passaggi e rischia di dover aspettare ancora. Anche se venisse confermata la semplificazione della valutazione del credito da parte del Fondo centrale di garanzia, bisognerà comunque dare il tempo alle banche di svolgere le loro istruttorie”.

Il che significa un allungamento dei tempi, che rischia di penalizzare ulteriormente chi ha maggiori problemi di liquidità e un tempo di sopravvivenza residua breve “come le imprese dei pubblici esercizi, che hanno già perso oltre 22 miliardi di euro nel 2020. Il limite dei 25mila euro con garanzia automatica al 100% deve essere aumentato”.

Secondo la Fipe servono, dunque, contributi a fondo perduto “per compensare anche solo parzialmente la perdita del fatturato. Indebitandosi si sposta il problema, non lo si risolve”.

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