Ultimo aggiornamento alle 08:03
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Adv Unite alza la voce:
“Lo Stato
ha dimenticato
il turismo”

Una lettera accorata ma dura quella che Adv Unite ha inviato alle istituzioni per sottolineare il rischio enorme che sta correndo il mondo del turismo Italia, destinato al collasso senza aiuti concreti e urgenti.

“La nostra associazione di agenti di viaggi si chiede che fine abbiano fatto i decreti promessi dal governo – scrive Adv Unite nella lettera -. Ci rendiamo conto che ci sono delle priorità e delle emergenze da affrontare ma che lo stato si sia letteralmente dimenticato del mondo del turismo ci lascia senza fiato”.


L’associazione attacca quelle che definisce “pseudomisure” del Governo, così come si rammarica dell’assenza di un segnale dal parte del ministro competente. “Ormai le agenzie sono prese di mira dalle associazioni dei consumatori con la questione voucher, ottima iniziativa, ma non regolamentata.
 Ora ci chiediamo: è possibile avere delle risposte alle nostre istanze o volete che tutte le agenzie di viaggi chiudano con le relative conseguenze economiche?” dicono gli agenti.

Le misure necessarie
E lanciano una loro piattaforma di richieste: un reddito di sussistenza mensile per i titolari delle agenzie, pari allo scaglione superiore del reddito di cittadinanza, che permetta oggi di sopravvivere fronteggiando la prima fase della crisi,
 l’esonero e non solo sospensione dal pagamento dei contributi previdenziali per il periodo di 6 mesi, prorogabile fino a 1 anno, il recupero del costo dell’affitto dei locali fino alla reale ripresa del settore turistico.

Inoltre, le agenzie chiedono che i voucher per rimborsi siano fruibili solo tramite le adv, l’esonero per l’anno in corso dal pagamento delle imposte sui redditi e dei relativi acconti, delle tasse e mutui, l’istituzione di un fondo per gli eventuali fallimenti a favore dell’utenza finale, l’accesso a crediti agevolati con garanzia statale e con procedure estremamente veloci a tasso zero, lo sgravio dell’Iva su venduto e investimenti pubblicitari per sostenere il turismo una volta terminata l’emergenza.

“Un mese di chiusura è ormai passato – si legge ancora nella lettera - e ci apprestiamo a viverne un altro e questo significa soltanto licenziare i nostri dipendenti ; purtroppo i viaggi potranno riprendere non prima dell’estate e ciò significa non avere nemmeno i soldi per acquistare i beni di prima necessità. Ripartiremo per il 2021, ma con quali aziende?”.

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