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Fattura elettronica:
nuovi chiarimenti del Fisco

di Amina D'Addario

La registrazione e la conservazione delle fatture elettroniche è uno degli aspetti più discussi del nuovo sistema che sarà operativo dal primo gennaio 2019. Ecco perché sono diversi i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate che riguardano proprio l’archiviazione delle fatture xml. Un servizio fornito dalla stessa Agenzia ma che, secondo le indicazioni contenute nelle ultime Faq, necessita la sottoscrizione di un accordo di durata triennale che non viene rinnovato in maniera tacita alla sua scadenza.

“Attraverso il servizio di conservazione elettronica offerto gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate - si legge nel documento - tutte le fatture elettroniche emesse e ricevute dal contribuente attraverso il Sistema di Interscambio sono portate automaticamente in conservazione, mantenute e rese disponibili all’utente per 15 anni, anche in caso di decadenza o recesso del servizio”. La durata della convenzione è di 3 anni, quindi, specifica l’Agenzia, “per poter continuare a fruirne, occorre una nuova sottoscrizione alla scadenza secondo le modalità indicate nel portale ‘Fatture e Corrispettivi’”.

Nello stesso portale, avverte l’Agenzia, “sarà implementato un servizio che metterà in evidenza all’operatore l’approssimarsi della scadenza della convenzione”. Qualora l’accordo venga rinnovato in ritardo, l’utente potrà comunque “portare in conservazione manualmente (mediante upload) le singole fatture elettroniche emesse e ricevute nel lasso di tempo scoperto”.

Restano invece irrisolte le problematiche relative all’enorme massa di dati sensibili che, insieme alla fattura, verrano archiviati in una modalità che, secondo le osservazioni del Garante della privacy, non garantirebbe il pieno rispetto delle norme contenute nel Gdpr. “Attraverso il sistema non vengono conservati solo i dati fiscali obbligatori, ma la fattura vera e propria che - sottolinea la consulente fiscale di Fiavet Lazio, Caterina Claudi - contiene di per sè informazioni di dettaglio su beni e servizi acquistati, abitudini e tipologie di consumo, o addirittura prestazioni sanitarie o legali”.

La fattura differita
Dal primo gennaio prossimo sarà ancora possibile emettere una fattura elettronica differita. Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate nelle ultime Faq pubblicate sul proprio sito lo scorso 28 novembre.

L’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica non ha modificato le disposizioni dettate dal Dpr 633/72 e, dunque, precisa il Fisco, si potrà “emettere una fattura entro il giorno 15 del mese successivo a quello dell’operazione di cessione di beni o prestazioni di servizio”.

A titolo esemplificativo, l’Agenzia spiega che per operazioni effettuate il 20 gennaio 2019, l’azienda potrà emettere una fattura elettronica “differita” il 10 febbraio del mese successivo, avendo peró cura di emettere al momento della cessione un Ddt o documento equipollente, datare la fattura elettronica con la data del 10 febbraio e far concorrere l’Iva alla liquidazione del mese di gennaio.

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