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Web tax, le due proposte della Commissione europea per tassare i big dell'online

Garantire che le attività delle imprese digitali siano tassate in modo equo. Questo l’obiettivo delle nuove norme proposte dalla Commissione europea in risposta alla ricerca, da parte degli Stati membri, di soluzioni permanenti e durature per garantire una giusta quota di gettito fiscale dalle attività online.

Riformare le norme
Due le proposte: la prima è intesa a riformare le norme in materia di imposta sulle società, in modo che gli utili siano registrati e tassati nel luogo in cui le imprese hanno un’interazione significativa con gli utenti attraverso i canali digitali, anche se la società non vi ha una presenza fisica.

Perché una piattaforma digitale venga considerata una ‘presenza digitale’ imponibile occorre che superi la soglia dei sette milioni di euro di ricavi annuali in uno Stato membro e abbia più di 100mila utenti.

L'ipotesi dell'imposta temporanea
La seconda proposta, invece, prevede di istituire un’imposta temporanea da prelevare sulle principali attività digitali, che al momento sfuggono a qualsiasi tipo di imposizione nell’Ue. Questa tassa indiretta si applicherebbe ai ricavi generati da determinate attività digitali, con l’obiettivo di evitare che alcuni Stati membri adottino misure unilaterali, portando a una molteplicità di risposte nazionali che sarebbe dannosa per il mercato unico.

“La nostra preferenza - commenta Valdis Dombrovskis, vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale - andrebbe a norme convenute a livello mondiale, anche in ambito Ocse. Tuttavia, l'importo degli utili attualmente non tassati è inaccettabile. Dobbiamo adeguare con urgenza la nostra normativa fiscale al 21esimo secolo mettendo in atto una nuova soluzione globale e adatta alle esigenze future”.

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