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Viaggi quasi gratis grazie alla catena social, ma è una truffa

Un buco finanziario da 8 milioni di euro e reati quali truffa aggravata e riciclaggio. Queste le accuse ipotizzate nell’inchiesta che vede protagonista una società italo-svizzera, con sede a Lugano, che aveva applicato online il meccanismo della catena di Sant’Antonio al comparto dei viaggi.

Il programma prevedeva l’acquisto di un primo viaggio a prezzi convenienti, grazie al quale si otteneva un bonus per un secondo viaggio, con un particolare in più, come spiega La Stampa: se l’utente avesse venduto un pacchetto turistico ad altri otto amici avrebbe potuto a sua volta viaggiare quasi gratis e guadagnare anche un po’ di denaro.

La catena, però, si è rotta con il secondo lotto dei viaggi, provocando ingenti danni o economici a una cifra ipotizzata di circa 2mila persone. A nulla è valso il comunicato postato su Facebook dal gerente della compagnia, che ha promesso di rimborsare tutti i malcapitati nei prossimi mesi: gli insulti stanno affollando il sito della società e, parallelamente, stanno aumentando anche le denunce, su cui sono al lavoro tre procure italiane.

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