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Il 2016 di Musement: "Dettaglianti, lavorate con noi"

di Cristina Peroglio

"Le esperienze migliori, le più originali, mi faccia dire le più belle che noi offriamo le propongo meglio e di più le agenzie di viaggi. Per questo, il nostro 2016 sarà rivolto principalmente a loro”. Premia la distribuzione tradizionale e svela i piani per il futuro Alessandro Petazzi (nella foto), uno dei fondatori di Musement, la startup italiana che offre attività leisure in 350 città di 50 Paesi del mondo, che grandi successi ha raccolto nel 2015 sia in termini di raccolta investimenti si in termini di popolarità.

Il 2016 sarà quindi orientato, per Musement, a intensificare i rapporti con la distribuzione tradizionale di viaggi, dopo il lancio, pochi mesi fa, della piattaforma dedicata alle agenzie. E non solo con la distribuzione italiana. "Stiamo lavorando per rendere concreta la nostra presenza nelle agenzie di viaggi – spiega Petazzi – abbiamo un direttore commerciale che ha iniziato a lavorare in quel senso e stiamo creando una serie di agenti che hanno iniziato da pochissimo i primi incontri vis a vis con i dettaglianti. C’è molto entusiasmo, ma siamo appena partiti. Cercheremo di concretizzare il più possibile il nostro rapporto con le adv".

Il perché lo dice chiaramente: “Se si va al consumatore finale, come noi, si devono proporre soprattutto i grandi classici, le visite della città tradizionali. Per dare spazio ad attività più originali, che per noi hanno una marginalità decisamente più interessante, abbiamo bisogno del supporto delle agenzie di viaggi”.

L’adesione alla piattaforma Musement per le agenzie è gratuita: “Guadagniamo sulle vendite delle diverse attività – spiega Petazzi -, non ci serve una fee dalle agenzie. Quello che ci interessa, in realtà, è riportare il business delle attività cosiddette ‘collaterali’ all’industria turistica”. E spiega che Musement è nato proprio da questo ragionamento: con la progressiva scomparsa del pacchetto turistico, da un lato i consumatori acquistano volo e hotel ma poi, arrivati a destinazione, non sanno bene quali luoghi visitare e quali attività si possono fare, dall’altro l’industria turistica ha perso il controllo su un segmento molto redditizio (il complesso delle attività ‘ancillary’ nel turismo nel mondo ha un valore di circa 100 miliardi di dollari. “Queste attività non vengono più intermediate – dice Petazzi – e l’idea è proprio offrirle a quelle parti della filiera che non avevano accesso a questi prodotti”.

Musement ha obiettivi ambiziosi per quest’anno: “Dobbiamo crescere del 300 per cento in termini di fatturato – spiega il co founder -. Per questo lavoreremo molto sulla distribuzione, non solo su quella italiana”. La startup ha infatti appena aperto due uffici all’estero, uno in Spagna e uno in Germania, paesi dove la distribuzione di viaggi è particolarmente attiva e proattiva.

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