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Divisi sulla scelta dei marchi

Con la pandemia risulta più facile vendere le compagnie italiane ripartite per prime

La distribuzione si divide da sempre in due scuole di pensiero, quasi due tifoserie. Da una parte ci sono i dettaglianti che preferiscono lavorare con Msc e Costa, marchi più familiari. E poi ci sono quelli che cercano strade alternative e non hanno paura di proporre brand internazionali come Royal Caribbean o Norwegian Cruise Line.
“Anche nel mondo delle crociere ci sono i devoti di questo o quell’altro marchio, però bisogna dire - osserva Gaetano Pistone, fondatore di Buonacrociera.it - che a distinguere le compagnie non è tanto la qualità dell’offerta, quanto le peculiarità del prodotto e delle esperienze che si possono fare a bordo”. Ecco perché, al di là degli accordi e dei canali preferenziali, la strada dell’apertura è quella seguita da Noemi Presciutti, direttore tecnico della Pyrgi Viaggi di Cerveteri, in provincia di Roma: “Non mi sento di restringere il campo solo perché ho accordi commerciali con determinati fornitori. Sarebbe limitante in un periodo in cui bisogna alimentare la ripartenza e destare la curiosità non diffondere il messaggio che ci sono anche altre chance e prodotti di qualità”.

Dello stesso avviso Nadir Vedana, alla guida della Desiderando Viaggiare di Ravenna: “Oltre ai classici prodotti ci piace sempre stimolare il mercato. Una strategia che funziona soprattutto quando abbiamo di fronte un cliente storico, magari stufo di itinerari e navi che già conosce”. Preferisce invece rapportarsi con i fornitori tricolore Massimo Ferrara, alla guida della Freelander Viaggi di Napoli: “Hanno più prodotto, comunicano meglio e, aspetto non trascurabile in un momento in cui viaggiare all’estero può diventare un campo minato, trasmettono più tranquillità anche alla clientela”.

Ma a pesare sulle scelte delle agenzie è anche il ritardo con cui le compagnie internazionali sono tornate in pista. “Alla fine - rileva Angela Schena, addetta alle vendite della Agintour di Monopoli in provincia di Bari, - c’è più fiducia con chi come Msc e Costa è già operativo da tempo”. Altro fattore determinante, le condizioni commerciali più premianti con il crescere dei volumi. “Le alternative esistono, ma non le suggerisco - ammette Stefano Aiello, amministratore della Di Paola Viaggi di Campobasso -. Quando inizi a polverizzare le vendite, le percentuali di commissione scendono”.

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