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L'italiano medio va per mare

L'identikit del turista tipo che sceglie la vacanza sulle grandi navi

“In realtà, è difficile tracciare un identikit di chi fa vacanze in crociera. Il prodotto è sempre più diversificato e così pure il target di clientela”. Francesco Di Cesare, presidente di Risposte Turismo, racconta così il tentativo di sistematizzare i dati relativi alla clientela italiana che sceglie la vacanza in crociera per creare uno strumento ‘conoscitivo’ che consenta di individuare il ‘turista tipo’ dei giganti del mare.

Il crocierista tricolore
Secondo l’analisi realizzata da Risposte Turismo per l’Italian Cruise Watch 2018, il viaggiatore tricolore ha un’età media più bassa del crocierista classico europeo, compresa fra i 35 e i 50 anni, viaggia in coppia (49 per cento del campione) o in famiglia (37 per cento) e ha una disponibilità economica media, intorno ai 35mila euro l’anno.
“Non è un prodotto ‘per giovani’, ma richiama in Italia un turista che ama viaggiare comodo e vuole il comfort - spiega Di Cesare -. In sostanza, la crociera per il viaggiatore tricolore è certezza di un prodotto interessante, che garantisce la sicurezza di qualità in base alla scelta dell’operatore e che si configura come ‘value for money’ a tutto tondo”. E, in effetti, il livello medio di spesa è relativamente contenuto: per la crociera si spende fra i 500 e i 1.000 euro per oltre la metà del campione dell’indagine, con un incidenza di spese a bordo che supera il 30 per cento della quota base.

Un mare di repeater
Uno dei dati più significativi dell’indagine è la presenza, sulle navi, di un forte quantitativo di repeater. La crociera, insomma, è un prodotto che convince, tanto è vero che solo il 10 per cento degli intervistati aveva realizzato una crociera; il 90 per cento era composto da repeater che avevano fruito da 2 a 30 viaggi per mare.

“Il tema dei repeater è articolato - illustra Di Cesare -: se da un lato si tratta di viaggiatori che assicurano continuità, grazie alla fedeltà al prodotto e molto spesso al marchio, dall’altro lato si corre il rischio di una stagnazione del mercato. Rischio che, però, possiamo ampiamente dire che sia stato superato dalle compagnie di crociera, visto che i numeri continuano a essere in crescita anno su anno. In sostanza, se è vero che ci sono repeater, è altrettanto vero che il mondo crocieristico si dimostra in grado di attrarre sempre nuova clientela”.

Le destinazioni
Singolare è la prevalenza, nelle scelte dei crocieristi italiani, di rotte che percorrono il Mediterraneo, che, dopo tutto, è il mare di casa e potrebbe essere raggiunto e visitato anche senza la necessità di imbarcarsi. “Alla base della scelta c’è sicuramente una questione di costi - conclude Di Cesare -. Il Mediterraneo offre moltissime soluzioni e opportunità pur essendo un’area facilmente raggiungibile e quindi senza grandi costi aggiuntivi”. Un eventuale fly & cruise provoca un aumento della spesa che rende la crociera meno interessante per le disponibilità del target medio.

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