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Isole minori leader di arrivi

di Stefania Galvan

La lunga marcia dei Caraibi per uscire dalla crisi non si è ancora conclusa.

Nonostante i 15,6 milioni di arrivi turistici registrati dalla Caribbean Tourism Organization da gennaio a luglio di quest'anno, infatti, i livelli effettivi dell’inbound “rimangono ancora inferiori alla situazione pre-crisi" dichiara Beverly Nicholson-Doty, chairman di Cto. In effetti l’incremento di arrivi registrato da alcune delle Antille non è bastato a compensare il calo delle isole maggiori, a causa soprattutto del continuo rallentamento della componente europea.

Il caso più eclatante è quello di Cuba, che nei primi sette mesi dell’anno ha perso il 19,4 per cento di arrivi dal Vecchio Continente; negativo anche il tasso della Repubblica Dominicana, che nei primi otto mesi dell’anno ha ospitato il 4,1 per cento di turisti europei in meno rispetto al 2012. “Complessivamente - precisa il segretario generale Cto Hugh Riley - gli arrivi europei nell’area finora hanno riportato una flessione di 5,1 punti percentuali. Un dato che è figlio della crisi e, nel caso del Regno Unito, della tassa d’imbarco imposta dal governo britannico, che ha portato a un considerevole aumento dei pacchetti turistici. La regione più colpita dalla flessione è quella dei Caraibi orientali".

Se i mercati europei sono a segno meno, non è brillante nemmeno la performance di quello statunitense, il maggiore bacino emissore per la regione. Da gennaio a luglio, infatti, i visitatori a stelle e strisce hanno fatto registrare una crescita marginale di soli 0,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente: “In totale - aggiunge Riley - gli statunitensi sono stati 7,8 milioni, con uno share sul totale che è passato dal 49,6 al 50,4 per cento". In contrazione di 1,5 punti percentuali anche il bacino canadese, che fino a due anni fa rappresentava l’ancora di salvezza per i Caraibi. I canadesi che hanno visitato la regione sono passati da 2,2 a 2,1 milioni.
In calo anche il segmento crociere, che da gennaio a luglio ha riportato un totale di 13,4 milioni di passeggeri.

Un quadro non positivo, dunque, ma nel quale spiccano le performance delle isole cosiddette minori, che stanno riguadagnando rapidamente terreno. “Nella regione - specifica Beverly Nicholson-Doty - sono 17 le destinazioni che hanno registrato incrementi di arrivi, dieci delle quali hanno superato la media mondiale, che si attesta sul più 5,2 per cento. Si tratta di Anguilla, Aruba, Belize, Isole Cayman, Curaçao, Guyana, Haiti, Montserrat, Saint Kitts & Nevis e Suriname”.

In molti di questi Paesi sono aumentati anche gli europei: significativo il caso delle Cayman, in cui la progressione dei visitatori provenienti dal Vecchio Continente nei sette mesi è stata addirittura di 24,4 punti percentuali, mentre a St. Kitts & Nevis i visitatori europei nei primi sei mesi dell’anno sono aumentati del 15,1 per cento.

Complessivamente la subregione che sta andando meglio quest’anno è quella dei Caraibi olandesi, che da gennaio a luglio hanno ospitato il 4,6 per cento di visitatori in più rispetto al corrispondente periodo del 2012.

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