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L'enigma Cuba, fra stop e rilanci

Nonostante i momenti di crisi, il Paese resta un punto fermo per molti tour operator nostrani

Amata dalla clientela italiana, attraversata da momenti di crisi profonda, punto fermo ai Caraibi per molti tour operator nostrani: Cuba sembra avviata - almeno per il nostro mercato - a una lenta ripresa.

L’inasprimento del blocco economico da parte degli Stati Uniti sicuramente non ha favorito lo sviluppo turistico sia dal punto di vista dell’hotellerie, sia da quello dei collegamenti aerei, dopo il veto giunto dall’amministrazione Usa lo scorso giugno dei viaggi in aereo, yacht o in crociera.

Per il 2019 l’obiettivo da raggiungere era tarato sui 5 milioni di turisti internazionali, ma le statistiche hanno ridimensionato il dato a 4,3 milioni. Il ministro del Turismo Manuel Marrero Cruz, tuttavia, non si perde d’animo e ha annunciato che, entro la fine del 2019, sull’isola verranno create 4mila 197 nuove camere, principalmente in hotel, che si sommeranno alle quasi 73mila già presenti. Inoltre, in occasione dei festeggiamenti per i 500 anni di vita, L’Avana - dal 1982 patrimonio Unesco - sarà al centro del progetto di restauro che prevede di ridipingere gli edifici coloniali messo in atto dalla Oficina dell’Historiador.

Dopo l’Habana Vieja i lavori si sono spostati nella zona della città chiamata Centro Habana e sono proseguiti poi lungo il Malecon. Si intende ora rilanciare anche il Barrio Chino. Piccoli passi di una meta che resta comunque irrinunciabile sul nostro mercato.

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