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Il fattore charter guida le scelte

I dettaglianti sottolineano la scarsità di alternative per i voli

Tanto belle quanto lontane. A separare l’Italia da Cuba ci sono 8mila 500 chilometri, per raggiungere la Giamaica ce ne vogliono cento in meno, mentre per arrivare nelle Barbados si scende a quota 7mila e 400.

I collegamenti, quindi, incidono in larga misura nel costo finale di una vacanza nell’arcipelago caraibico e “spesso il prezzo di un biglietto aereo per queste destinazioni costa quanto il soggiorno e in alcuni casi, addirittura, lo supera” fa notare Eva Campagnano, addetta alla biglietteria aerea e al booking di Circolo Viaggi, agenzia di Vicenza. L’aspetto economico però non è l’unico problema quando si tratta di volare ai Caraibi. La qualità e la frequenza dei collegamenti sono un altro punto dolente per gli operatori del settore, che cercano di vendere questo prodotto ai propri clienti, anche se la situazione cambia - e molto - a seconda del punto di partenza.
“I collegamenti da Roma vanno bene - dice Edoardo Fragassi, banconista dell’agenzia Duna 45 della capitale - anche se mancano i voli diretti per Giamaica e Antigua”.

Di voli diretti, invece, non se ne parla in Sardegna, i cui abitanti sanno già di dover mettere in conto un volo in più per raggiungere la capitale, se vogliono fare un certo tipo di vacanza. Come spiega Riccardo Cappai, socio amministratore di Benares Viaggi: “Dall’Italia, non ci sono voli di linea diretti, salvo la novità su Cuba di Alitalia, mentre la programmazione charter, al di là dei classici Cancun, La Romana e L’Avana, non presenta per il mercato italiano alternative in grado di imporsi come soluzioni valide alle solite destinazioni".

A. P.

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