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Boom oltre le attese: l'Italia in vetta alle preferenze straniere

L'estate segna la grande ripresa della clientela internazionale, con un aumento che potrebbe preludere al sorpasso sul mercato domestico

Alcuni ci vedono lo zampino di ‘The White Lotus’, la popolare serie americana - girata per la sua seconda stagione a Taormina - che sta facendo impazzire il pubblico d’oltreoceano.
Per altri è solo il desiderio degli stranieri di compensare le opportunità perse durante la pandemia e andare a scoprire anche angoli della Penisola meno conosciuti.

Qualunque sia la motivazione alla base del successo per la Sicilia e la Sardegna, destinazioni regine dell’estate italiana, si prospetta una stagione di grande fermento per gli arrivi dall’estero. Arrivi rinvigoriti dal ritorno prepotente dei viaggiatori europei e dal riaffacciarsi dei visitatori lungo raggio, soprattutto statunitensi, che stanno scegliendo non solo le città d’arte, ma anche le mete meno battute e le coste delle isole.

Quadro positivo
A dipingere un quadro “estremamente positivo” è Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet Sicilia, prima ancora che presidente nazionale dell’associazione: “Per i soggiorni mare, che nella nostra isola hanno sempre avuto un peso rilevante, gli incentivi del ‘prenota prima’ hanno permesso a tante strutture della costa di incassare un considerevole numero di prenotazioni già in primavera. Poi c’è la spinta, quest’anno molto forte, del mercato estero con tantissimi turisti tedeschi, olandesi, ma anche americani che stanno scoprendo l’isola. Non credo di sbilanciarmi troppo, se dico che la Sicilia riuscirà a concludere la stagione con il 5-8 per cento in più di presenze rispetto allo scorso anno”.

Prospettive rosee per la summer 2023 anche quelle delineate da Gian Mario Pileri, presidente di Fiavet Sardegna: “Nonostante i prezzi molto elevati sia in termini di volato che di trasporto via mare, abbiamo numeri positivi. Rispetto allo scorso anno stanno tornando in gran numero gli stranieri, con livelli che probabilmente proietteranno l’isola verso una situazione molto simile al 2019, quando la componente domestica e quella estera si equivalevano”.

A contribuire al trend, secondo Pileri, i network delle compagnie tornate a investire sugli scali sardi: “Indubbiamente una parte rilevante l’hanno giocata i collegamenti aerei con gli operativi sul Nord della Sardegna entrati a pieno regime a partire dall’ultima settimana di maggio. Abbiamo collegamenti da Olbia che riprendono sulla Germania e una compagnia come Volotea che, dopo aver perso la continuità territoriale da Cagliari, ha deciso di potenziare le rotte verso la Spagna e la Francia. Probabilmente se avessimo potuto contare su una programmazione avviata con maggiore anticipo, avremmo potuto fare una primavera migliore, invece le compagnie hanno fatto considerazioni diverse e scelto di puntare solo sulla Sardegna balneare”.

Che la componente estera abbia comunque ripreso quota lo conferma del resto anche Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna. “Tutto lascia presagire che quest’anno i numeri dell’estero ritorneranno ai valori pre-Covid. Forse al momento dai tedeschi stanno arrivando prenotazioni ancora al di sotto delle nostre aspettative, ma una cosa è certa: il turismo europeo ha scelto pesantemente la Sardegna e, accanto allo zoccolo duro degli arrivi dal Vecchio Continente, si consolida l’interesse dei turisti mediorientali e vediamo una crescita senza precedenti degli Stati Uniti, mercato che registra incrementi tra il 20 e il 30 per cento rispetto al 2019”.

Una tendenza nuova spiegabile, almeno in parte, con gli stimoli non convenzionali oggi capaci di orientare una domanda sempre più ampia: “È l’effetto ‘The White Lotus’ che - evidenzia Manca - sta investendo in pieno la Sicilia, ma sta spingendo anche tanti turisti americani a scoprire l’Italia alternativa e, quindi, anche la Sardegna. A questo si aggiunge poi la comunicazione non ufficiale, quella dei social e di Instagram che, grazie alla geolocalizzazione degli influencer, stanno raggiungendo anche fasce di età e di reddito che prima si concentravano solo sulle città d’arte e mercati non ancora presidiati”.
 
Americani, è boom
Parla del resto di un vero e proprio boom di americani anche Gerardo Schuler, presidente di Federalberghi Taormina: “La componente estera è stata sempre preponderante a Taormina, quello che osserviamo oggi è che a un turismo altospendente tradizionale si aggiunge tutta una fetta di clientela stimolata da una serie americana che viene trasmessa nelle nazioni anglofone e non solo. L’effetto di questa fiction non sarà permanente, ma è innegabile che per la prima volta i turisti statunitensi potrebbero superare quest’anno i tedeschi, che tradizionalmente rappresentano la fetta di clientela più affezionata”.

Fa i conti con gli effetti positivi del cine-turismo anche Nicola Farruggio, presidente di Federalberghi Palermo: “Non è la prima volta che un film o una serie facciano da volano al turismo in Sicilia; si è cominciato con il Padrino, è accaduto qualche anno fa con Montalbano e adesso si ripeterà probabilmente con la serie del Gattopardo di Netflix girato proprio a Palermo. Il fatto eclatante è, piuttosto, che ormai la città sta vivendo un’alta stagione costante: solo a maggio abbiamo registrato tassi di occupazione vicini al 100 per cento, con il record di europei e americani e una discreta presenza di australiani, che oggi arrivano a Palermo attraverso la rotta con Istanbul di Turkish Airlines. Ma - aggiunge Farruggio - non parliamo di un turismo mordi e fuggi, nella maggior parte dei casi sono soggiorni compresi tra i 3 e i 5 giorni”.  

Italiani incerti
A destare qualche preoccupazione è però il turismo domestico, più attendista e con una capacità di spesa messa ancora a dura prova dall’inflazione. “L’Italia - osserva Manca - resta un po’ il punto dolente. Il costo dei trasporti è come sempre un ostacolo per il grande pubblico, soprattutto in un anno in cui il target medio ha ristretto il budget e cerca di fare soggiorni più brevi. È una tendenza che si riscontra già da tempo a livello nazionale, ma che in Sardegna era stata finora attutita dall’impatto del trasporto”.

Mentre i mercati esteri sono poi tornati a programmare le vacanze con anticipo, una parte di italiani è ancora indecisa. “Il peso delle prenotazioni last minute credo che sarà tutt’altro che trascurabile anche quest’anno. Ecco perché i conti della stagione si potranno fare solo alla fine e molto dipenderà dalla scelta che i ritardatari faranno di prenotare 7 giorni anziché 10”. Preoccupano, in ogni caso, i costi esorbitanti dei voli: “Qui in Sicilia - rileva Ciminnisi - non abbiamo la continuità territoriale come in Sardegna e sono le compagnie a dettare le regole e i prezzi. La scorsa settimana ho pagato un’andata e ritorno sulla Palermo-Roma circa 1.100 euro. Non penso che una cifra del genere possa rientrare nella normalità. Forse la politica dovrebbe ascoltare con più attenzione le richieste degli operatori e fare tutto il possibile per incrementare gli impegni delle compagnie e non favorire il monopolio di un vettore soltanto”.
Amina D’Addario

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