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I segreti del vulcano

Una fauna inaspettata popola l'Etna e il Parco delle Madonie

Sono tante, di un rosso acceso e luminoso che spicca sul nero della lava ormai fredda da decenni. Capita di scovarle, tra una roccia di magma e l’altra. Ferme, immobili e imperturbabili. Sono le coccinelle dell’Etna, piccole inaspettate abitanti estive del vulcano siciliano. Sì, perché tutti conoscono ‘A muntagna’ (così i siciliani chiamano il loro vulcano, perché “l’Etna è femmina”) per la sua natura vulcanica, le sue rocce brulle, la vegetazione scarna e il panorama quasi lunare. Ma pochi ne conoscono le peculiarità faunistiche, che possono regalare una passeggiata inaspettata e sorprendente a chi decide di scalare i suoi crateri oltre i 2mila metri. Come nel caso dei piccoli insetti rossi a pois neri, che sulla montagna patrimonio Unesco trovano un habitat perfetto per superare i mesi più caldi dell’anno, regalando uno spettacolo inedito e che è possibile trovare solo a migliaia di chilometri di distanza dalla Sicilia, sulle vette del monte Himalaya.
Le coccinelle che popolano la montagna siciliana appartengono infatti alle specie ‘coccinella septempunctata’ e ‘adalia bipunctata’, che attualmente popolano anche le sommità del monte asiatico oltre i 4.500 metri.
Verso la fine della primavera, tra maggio e giugno, i piccoli coleotteri raggiungono l’Etna le quote comprese tra i 1.900 e i 2.100 metri, dove stazionano fino ai mesi autunnali, quando poi ridiscendono la montagna per svernare. Gli insetti si fermano immobili tra le scorie laviche, impassibili al passaggio dei turisti.
Un’esperienza altrettanto inaspettata si può vivere nel parco delle Madonie. Qui, tra una passeggiata tra i prati e una piccola sosta, può capitare di veder aleggiare spesso farfalle dai colori vivaci. Nel parco si concentra infatti il 90 per cento delle varietà dei lepidotteri siciliani. Tra queste la più particolare è la Parnassius Apollo Siciliae, una farfalla diurna che è solita popolare i prati di montagna,  prediligendo alte quote superiori ai 1000 metri, ma diffusa anche tra i 400 e i 2000 metri. La si può riconoscere facilmente dai colori. Cattura subito l’occhio per le macchie rosse bordate di nero che spiccano sul bianco delle sue ali. Difficile non notarle durante le sessioni di trekking.

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