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Turespaña cambia strategia

L'ente ha individuato un tipo di turista, il 'cosmopolita', cha ama la cultura e sceglie l'agenzia

L’annuncio lo aveva fatto già durante lo scorso TTG Incontri, e ora Maite de la Torre lo ribadisce: basta con la promozione del balneare, Turespaña cambia rotta e cerca le agenzie. “Abbiamo deciso di rivolgerci al trade - spiega il direttore dell’Ufficio Spagnolo del Turismo di Milano - perché ci aiuti a intercettare i bisogni di una nuova tipologia di clientela: quella che noi chiamiamo ‘turista cosmopolita’”.

Un turista che rispecchia in pieno la necessità attuale dell’ente di diversificare l’offerta per spalmare la massa di visitatori su tutto il territorio del Paese, limitando la congestione delle mete turisticamente più mature.

“In base ai nostri studi - racconta Maite de la Torre - si tratta di un bacino di circa 6,7 milioni di vacanzieri dall’età media di 51 anni e dal reddito medio-alto. Come titolo di studio hanno la media superiore o la laurea e il loro obiettivo è di accrescere la propria conoscenza”.
Anche se non disdegnano le eccellenze gastronomiche e le mete dello shopping i ‘cosmopoliti’ cercano, quindi, soprattutto vacanze di carattere culturale: “È per questo motivo che preferiscono le zone meno frequentate dal turismo di massa, ed è qui che noi dobbiamo intervenire”.
L’obiettivo, spiega il direttore, è di arrivare in tempi brevi a creare un Club di agenzie esperte in Spagna, “in grado di confezionare pacchetti tailor made che ruotino intorno a città medie quali Siviglia, Granada, Bilbao e Santiago, tutte collegate con l’Italia da voli diretti”.
Questo tipo di turisti, infatti, ha bisogno delle agenzie perché, anche per mancanza di tempo, incomincia ad abbandonare il web per ricorrere alla consulenza dei dettaglianti, “che però - evidenzia Maite de la Torre - devono farsi trovare preparati anche sulle mete meno frequentate”.
Dal punto di vista pratico l’attività dell’ente in questo periodo si focalizza sull’individuazione, in tutta Italia, di una sessantina di agenzie su cui concentrare azioni di formazione mirate: “Andremo direttamente da loro per fare training e metterle in relazione con corrispondenti spagnoli, con cui potersi relazionare per costruire pacchetti esperienziali. Nella prima settimana di ottobre, inoltre, porteremo una ventina di adv in Galizia per partecipare a un congresso internazionale sul target cosmopolita”.

Un piano di battaglia che segue una rotta già segnata dalle incoraggianti cifre del primo trimestre dell’anno, che mostrano incrementi considerevoli per le regioni meno conosciute. È il caso di Castiglia & Leon, che ha visto quadruplicare gli arrivi italiani anche per la sua vicinanza a Madrid, o la Cantabria che li ha visti raddoppiare, o ancora la comunità di Valencia, che ha chiuso il periodo con un più 25,2 per cento.

Stefania Galvan

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