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Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione
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Dunning, Kruger e l’eleganza viennese in lotta col web

“Un inghiottitoio per creduloni”. Questo sarebbe internet - e in particolare il mondo dei social con il suo infinito strascico di recensioni abborracciate - secondo Frank Bruni, columnist del New York Times. “Potrebbe renderci tutti più intelligenti – aggiunge - e invece instupidisce molti di noi. Il problema è che trasforma chiunque in esperto istantaneo”. Il tema, ripreso e approfondito da Tim Nichols nel suo libro su “La conoscenza e i suoi nemici”, sta alla base della nuova campagna creata dall’ente di promozione turistica di Vienna.

Obiettivo della capitale austriaca è sbugiardare con l’evidenza delle immagini, chi – doverosamente citato a margine – si è sentito in obbligo di palesarsi quale voce fuori dal coro che, in nome di una propria sedicente genialità, rifiuterebbe ogni allineamento al pensiero stereotipato che da secoli colloca Vienna tra le più alte espressioni del genio umano in ambito architettonico, artistico e culturale. Temi noiosi, questi ultimi, per impolverati lettori di altrettanto polverose ere geologiche.  

Infatti gli onniscienti opinionisti del web non ci cascano. Ed eccoli allora pronti a dichiarare pixel su pixel che la vista su Vienna è spazzatura, che non è una città divertente e che il Kunsthistorisches Museum è da evitare perché “ci sono troppe opere d’arte”.

In perfetta coerenza con la propria brand image, l’ente di promozione cittadino ha provato ad arginare l’ondata di nefandezze con l’eleganza che da sempre è cifra stilistica della città. Un’operazione senza dubbio encomiabile ma non necessariamente votata al successo, per via del cosiddetto effetto Dunning-Kruger, codificato nel 1999 dal dipartimento di Psicologia della Cornell University. È il fenomeno – spiega Nichols nel suo libro – che caratterizza le “persone non specializzate o incompetenti” le quali, proprio in nome di queste peculiarità “non solo giungono a conclusioni erronee e compiono scelte infelici, ma la loro incompetenza li priva della capacità di rendersene conto”.  

Stando ai due psicologi, Vienna e il resto del mondo possono dunque prepararsi a nuove piogge di turpitudini camuffate da espressioni del libero pensiero. Panorama avvilente ma realistico, considerato che, come lo stesso Nichols insegna, mai come oggi “verità e informazione significano quello che la gente vuole che significhino”.

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