Ultimo aggiornamento alle 14:45
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Emilia Romagna, terra di buyer esteri

Destagionalizzare e differenziare il prodotto. Questo il cavallo di battaglia delle politiche dell’Emilia Romagna rivolte a incrementare il turismo della regione. Ed è soprattutto nei confronti del mercato estero che si dirige questa strategia di differenziazione dell’offerta turistica, che vede nello sviluppo di congressualità, parchi tematici ed eventi la strategia per attrarre il visitatore proveniente da oltre i confini nazionali.
Se da un lato, infatti, l’80 per cento del movimento turistico della regione è composto da italiani, i buyer stranieri crescono sempre più di importanza. E le richieste di questi ultimi si dirigono verso proposte di vacanza alternative: sul podio dei prodotti più richiesti dagli stranieri ci sono le città d’arte e l’enogastronomia.La Riviera, insomma, sembra non bastare più al turista straniero: da qui l’esigenza di differenziare.Un prodotto, quello della Riviera Romagnola che, in ogni caso, pesa sul giro d’affari del comparto per l’80 per cento, con un fatturato che nel 2011 ha toccato i 9,1 miliardi di euro, in calo del 4,4 per cento rispetto al 2010.
La regione ha inoltre attivato un fondo per la riqualificazione di impianti e strutture alberghiere.

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