Ultimo aggiornamento alle 14:40
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Turismo
a rischio
paralisi

di Cristina Peroglio

Arriva come una tempesta annunciata la replica del personale in servizio all'Ufficio per le politiche del Turismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sul trasferimento di funzioni e competenze del dipartimento al Ministero dei Beni Culturali.

Se ne parla da settimane, ed ora viene a galla una verità scomoda: "Con il famoso emendamento – dice una nota del personale riportata da alcuni organi di stampa - l'Ufficio per le politiche del turismo vedrà bloccate le proprie attività e i propri interventi per un periodo da 3 a 6 mesi, per non parlare poi delle riassegnazioni delle risorse (quelle che rimarranno al turismo visto che nell'emendamento si parla di Ministeri interessati) e del fatto che le risorse già impegnate quest'anno potranno essere utilizzate solo fra un anno".

Insomma, il rischio paralisi sembra essere più di un rischio.

I passaggi della questione
L'emendamento a cui fanno riferimento i dipendenti dell'Ufficio per le politiche del Turismo è stato presentato da una serie di senatori Pdl, fra i quali anche il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Al suo interno si prevede che la denominazione del Mibac cambi in 'Ministero per i Beni, le Attività Culturali e del Turismo' con conseguente trasferimento di funzioni e competenze relativi all'industria turistica dal dipartimento di Palazzo Chigi al dicastero di via del Collegio Romano.

Un'azione che, secondo i dipendenti, porterà a una sorta di blocco delle attività. "È questa la linea strategica? - si legge nella lettera del personale - Niente progetti innovativi, niente reti di impresa, niente fondo per la sicurezza dei turisti in montagna, blocco degli stipendi per l'Enit- Agenzia nazionale del turismo".

Il nodo della vicenda
Nella sostanza, si tratta di uno scontro fra due diverse opinioni sul mantenere o meno il Dipartimento di via della Ferratella (nella foto) indipendente dal Mibac.

"Non sarebbe stato meglio - si chiede il personale nella lettera - attivare immediatamente la delega al ministro per i Beni Culturali, che si sarebbe avvalso di un Ufficio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, che avrebbe sicuramente assicurato una immediata operatività della struttura e avrebbe risposto a tutto il mondo del turismo che richiede una governance centrale?".

E la nota sindacale si chiude su toni amari: "È paradossale che un emendamento inserito in un decreto-legge renda di fatto e per molti mesi impossibile qualsiasi intervento nel settore".

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